venerdì 27 febbraio 2015

#ioleggoperché: ecco i miei perché


Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi, o, come fanno gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere.

(Gustave Flaubert)
Si può leggere
per solitudine
per dare un senso a una giornata grigia
perché amiamo il profumo della carta
perché amiamo il profumo della carta accompagnato dall'aroma di tè alla vaniglia e biscotti
per noia
per divertimento
per capire qualcosa in più su noi stessi
perché siamo convinti che leggere ci renda migliori
per far colpo su qualcuno
per finta
per amore di una storia
per amore di un personaggio
per amore delle parole
per amore.

E io?
Io credo che ci voglia ispirazione non solo per scrivere, ma soprattutto per leggere. Ci sono libri che possiamo ignorare per anni, ma che all'improvviso ci chiamano e devono essere nostri, subito. Ci sono libri che apriamo interessati e che abbandoniamo dopo poche pagine, altri che divoriamo fino alla fine, e altri più complessi, che vanno meditati a lungo, e il piacere non sta solo nel leggerli, ma nel rileggerli.
Ecco, quelli sono i libri che preferisco.

Leggo (e rileggo) di tutto, da Dostoevskij alla Austen, da Barrie alla Woolf, perché nei libri io cerco risposte, e cerco domande. Cerco divertimento e sensazioni. Cerco avventura e poesia. E soprattutto, io nei libri cerco bellezza, la bellezza di una frase, di una situazione, di un momento, di un'idea, della vita stessa.

E voi? Perché leggete?
Raccontatelo su #ioleggoperché

venerdì 20 febbraio 2015

Correre mezzi nudi nella neve: fatto



A vent'anni si è stupidi davvero.
F. Guccini
Immaginate la situazione seguente.
Nella Lapponia svedese, dei giovani cinesi escono la sera e si dirigono nel famoso lago ghiacciato di Abisko per fotografare l'aurora boreale. Ad un certo punto, appaiono dieci ragazzi in bikini che corrono sulla neve come dei pazzi.
Una di quei pazzi ero io.

Neve, aurora boreale e costume da bagno (il mio è quello azzurro e nero)


Ciò che i giovani cinesi non sapevano è che ad Abisko c'è una sauna e noi, un gruppo di studenti in Erasmus a Stoccolma e in gita in Lapponia per cinque giorni, non potevamo farci scappare questa occasione! Ci siamo diretti dall'ostello principale della città verso il lago, abbiamo attraversato una piccola foresta, ed eccola lì la sauna, agognata come la casetta di marzapane di Hansel e Gretel. Così, mentre fuori c'erano -15°, ci siamo piazzati tutti contenti a farci lessare.
Piacevole.
Poi Lidia, la mia coinquilina polacca che ha sempre delle idee fantastiche, ha visto i ragazzi cinesi dalla finestra e ha detto: "Raggiungiamoli e facciamoci fotografare!"
Ci siamo catapultati fuori, in costume da bagno, e abbiamo cominciato a correre verso di loro. Ed eccoci la situazione di cui sopra.
Non dimenticherò mai le loro facce quando ci hanno visto.


E non dimenticherò mai neanche la sensazione che ho provato allora: sentirmi libera e giovane e stupida. Dimenticare tutto e avere solo il senso pungente della neve sotto i piedi, il ricordo del calore di un minuto prima e l'aurora boreale, verde e intensa, nel cielo sopra di me.


venerdì 13 febbraio 2015

Scrivere ancora


Siamo scrittori, e non ci chiediamo mai da dove prendiamo le idee; sappiamo che non lo sappiamo.
Stephen King, On writing

Sto lavorando a un nuovo progetto e sono tutta piena di idee. Non mi accadeva da tempo di essere così convinta e felice di mettermi al computer e iniziare a picchiare con convinzione su questi tasti bianchi e familiari. Forse è Stoccolma, questa bella città, che mi ispira; forse è solo il fatto di continuare a conoscere nuove persone, situazioni nuove; di essere immersa in una vita piena di stimoli e svolte inaspettate. Ma chi lo sa. Il vecchio Stefano Re ha ragione: impossibile scoprire il perché di questa voglia, di questo bisogno di scrivere.

Ma quanto è bello guardare questo romanzo crescere, poterlo sentire scorrere tra le mie mani. Non so da dove tu venga, piccola storia nuova, ma io ho fiducia in te. Diventa grande, piccola mia. Iniziamo questo viaggio insieme e guardiamo dove ci porterà.


mercoledì 11 febbraio 2015

Una giornata a Stoccolma


Qui a Stoccolma è spuntato il sole, la neve comincia a sciogliersi e io mi rotolo felice nella mia nuova routine da Erasmus.
La mattina lavoro alla tesi di laurea specialistica.
Pranzo.
Leggo, oppure vado a lezione: per ora frequento solo l'interessante Corso di Scrittura Creativa.
E poi scrivo. Che cosa? Forse ne parlerò tra qualche mese, se tutto procede bene.

E la sera?

Qui le serate scorrono tra amicizie imprevedibili e multiculturali. Ora esco con un gruppo di ragazze e ragazze provenienti da Cina, Germania, Austria, Texas, Polonia. Li guardo uno dopo l'altro e sembra di fare il giro del mondo in una stanza. Siamo qui tutti con il nostro inglese da perfezionare ma che è sempre più spontaneo; tutti con la nostra voglia di socializzare.

È spettacolare e semplice il modo in cui si riesce a legare. Fare l'Erasmus - credo - è un po' come tornare bambini: tutto è nuovo e splendido, e per fare amicizia basta dire il proprio nome.


"We have a city to love"

Album di foto di Stoccolma